Nel corso dei restauri, tra le altre cose, sono stati recuperati i pavimenti in ardesia e marmo, della metà dell'800, e parte di quelli in cotto sardo (altare e sacrestia), probabilmente gli originari della chiesa.
Semplice e lineare la facciata, arricchita da un fregio in pietra scolpita al centro, vicino alla finestra, e probabilmente raffigurante l'insegna della Confraternita, e dall'architrave e dagli stipiti del portone, in pietra arenaria decorata.
La semplicità e sobrietà della navata viene arricchita dall'altare, opera in legno policromo del XVIII secolo, costruita secondo il modello a "retablo". Al centro della scena un'edicola contenente un prezioso Crocifisso ligneo, di particolare pregio per le rifiniture e di grande e drammatica esperessività, con accostate le statue della Vergine Addolorata e di S. Giovanni Evangelista. Il Crocifisso ha le braccia snodabili e veniva usato durante i riti della Settimana Santa (in particolare "S'Iscravamentu" del Venerdì santo).
Le parti laterali dell'altare, incorniciate da colonne corinzie, sono occupate da quattro dipinti ad olio, raffiguranti S. Lucia, l'Immacolata, S. Giovanni Battista e S. Antonio da Padova. Alla base, sul lato sinistro, dopo i recenti restauri, è stata ritrovata la figura di S. Pietro; probabilmente esisteva anche un S. Paolo nella parte opposta, ormai andata definitivamente perduta.
Le altre chiese di Cargeghe: SS. Quirico e Giulitta Santa Maria di Contra
(Note: le foto sono di proprietà di Antonello Salis - 04/2017, le informazioni e la descrizione sono state trascritte dalla cartellonistica in loco, dinnanzi all'impianto medesimo)
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