20 novembre, 2017

"Castello dei Doria" - Chiaramonti (SS)


Il castello fu fatto erigere nella metà del XVI secolo dalla famiglia Genovese dei Doria, che assieme a questo costruisce anche il castello "Castelgenovese" ora chiamato Castelsardo, Casteldoria a Santa Maria Coghinas e il Castello di Orvei. Tali castelli facevano parte della difesa dei territori in Anglona della famiglia Doria. Nel 1322 Alfonso D'Aragona definì le proprietà dei Doria in Sardegna in cambio di appoggi politici e militari. Nel 1348 il castello fu conquistato dagli Aragonesi e passò per alcuni anni a questi. Nel 1350 però con gli accordi di pace fra gli Aragonesi e i Doria il Castello fu riassegnato a Matteo e Brancaleone Doria dal Re di Aragona.

Nel 1355 il castello si trova al centro di nuove dispute e viene affidato all'arcivescovo d'Arborea. Alla morte di Matteo Doria nel 1357 il castello passa nelle mani del fratello Brancaleone, sposato allora con Eleonora D'arborea. Nel 1412 il castello fu tratto in assedio da Guglielmo di Narbona, che però non riuscì ad impossessarsene. Nel 1437 infatti il castello era ancora in mano ai Doria. Si presuppone poi che il castello passò in altre mani ma non si hanno dati certi. Dopo la caduta dei Doria il castello venne usato ancora come Chiesa ed in seguito lasciato cadere in rovina. Solo attualmente sono state realizzate delle opere di restauro da parte del Comune di Chiaramonti con finanziamenti regionali.

La Torre del Castello dei Doria.
Il castello è situato sulla parte più alta del paese a circa 465 m. Da qui si domina tutta la vallata dell'Anglona e, nelle giornate più chiare, sono visibili anche le coste della Corsica. Si può godere inoltre della suggestiva vista di tutto il paese. (Fonte e descrizione: http://www.comune.chiaramonti.ss.it/?modulo=contenuti&id=65)
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Panoramica 



Visuale con prospettiva dall'ingresso



La Torre del Castello, e le cappelle della chiesa di San Matteo



                        Particolare delle cappelle                                                Mappa: siamo qui.



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(Foto di Antonello Salis)
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